Analisi demografica nell'ultimo decennio

a cura di Davide Di Francesco

  • Introduzione: Dal dizionario Treccani, per Demografia si intende: "Studio dei fenomeni che si riferiscono alla popolazione e in particolare alla sua determinazione statica e all'analisi della sua evoluzione". È uno strumento fondamentale nella ricerca sociologica in quanto ci permette di osservare l'andamento generale della categoria presa in esame raccogliendo i dati e classificandoli in tutto il territorio sede dell'osservazione. Il risultato prodotto non è un insieme di numeri, percentuali e grafici sterili, bensì rappresenta una "fotografia" della situazione analizzata, e unendo o confrontando altre indagini ci permette di determinare la presenza di modelli virtuosi o viziosi che siano. Pertanto, la demografia è in grado di descrivere e interpretare i cambiamenti che si verificano nell'ambito delle popolazioni e di fornire importanti elementi per l'attuazione di politiche e di interventi nei vari ambiti dove emerge il bisogno di intervenire. Quest'analisi demografica si propone di esaminare attentamente l'evoluzione del ruolo femminile in Italia e più in generale in altre regioni, concentrandosi su dimensioni cruciali come la partecipazione al mercato del lavoro, l'istruzione, la salute, la famiglia e la partecipazione politica.

  • Mercato del lavoro: Durante il periodo considerato, l'Italia ha sperimentato un aumento significativo nel tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Nel 2013, il tasso di partecipazione delle donne era del 47,4%, mentre nel 2022 è aumentato al 52,8%. Questo aumento è dovuto a una combinazione di fattori, tra cui il miglioramento dell'accesso all'istruzione per le donne, una maggiore consapevolezza dell'importanza dell'indipendenza economica e politiche governative volte a promuovere l'occupazione femminile. Tradizionalmente, le donne sono state concentrate in settori come l'istruzione, la sanità e l'assistenza sociale; tuttavia, ci sono state crescenti opportunità anche in settori storicamente dominati dagli uomini, come l'ingegneria, le scienze e la tecnologia: ciò ha contribuito a diversificare il panorama occupazionale per le donne e a promuovere una maggiore parità di genere nel mercato del lavoro. Gli ultimi dieci anni hanno visto un aumento generale dei livelli di occupazione femminile in Italia; infatti, nel 2013 il tasso di occupazione delle donne era del 46,6%, mentre nel 2022 è salito al 49,2%. Questo aumento è stato sostenuto da politiche volte a promuovere l'occupazione femminile, come l'introduzione di congedi parentali retribuiti, iniziative per favorire la conciliazione tra lavoro e vita familiare e misure di sostegno all'imprenditoria femminile. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi dieci anni, l'Italia continua ad affrontare alcune sfide nella promozione dell'occupazione femminile. Le donne ancora si trovano di fronte a disparità salariali rispetto agli uomini e a ostacoli nella progressione di carriera. Inoltre, la conciliazione tra lavoro e vita familiare rimane un problema significativo, poiché le responsabilità familiari spesso ricadono in modo sproporzionato sulle donne. Tuttavia, queste sfide rappresentano anche opportunità per ulteriori interventi politici e culturali.

  • Istruzione: L'istruzione femminile in Italia ha registrato importanti miglioramenti nell'accesso delle donne all'istruzione grazie alle politiche di inclusione e uguaglianza di genere che hanno contribuito a ridurre le disparità nell'accesso all'istruzione tra uomini e donne: sono state introdotte misure per favorire l'uguaglianza di opportunità, come programmi di borse di studio e agevolazioni finanziarie, che hanno reso l'istruzione più accessibile per le ragazze italiane. Questi sforzi si sono tradotti in un aumento del numero di donne che accedono all'istruzione a tutti i livelli. Nel corso degli ultimi 10 anni, le donne italiane hanno raggiunto livelli di istruzione sempre più elevati: Le ragazze italiane hanno dimostrato un impegno e un interesse crescente per l'istruzione superiore e le università italiane hanno visto un aumento significativo della presenza femminile negli iscritti e nei laureati; pertanto, le donne italiane hanno dimostrato di essere altamente motivate nello sviluppo delle proprie competenze e nella ricerca di opportunità di apprendimento avanzato. Tuttavia, alcune differenze di genere persistono: ad esempio, anche se le donne hanno raggiunto livelli di istruzione più elevati, ci sono ancora settori disciplinari in cui la loro presenza è inferiore rispetto agli uomini, come le scienze e le discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) che continuano a essere maggiormente dominati dagli uomini, mentre le donne sono più rappresentate in settori come le scienze sociali e umanistiche. È fondamentale continuare a promuovere l'uguaglianza di genere in tutte le aree dell'istruzione, eliminando gli stereotipi di genere e garantendo pari opportunità di accesso e scelta di carriera per le donne. Infatti, hanno visto un miglioramento dell'accesso all'istruzione e hanno raggiunto livelli di istruzione sempre più elevati. Tuttavia, come detto in precedenza, persistono ancora differenze di genere, soprattutto in termini di scelta delle discipline di studio. Pertanto, sostenere politiche di uguaglianza di genere, promuovere la diversità disciplinare e combattere gli stereotipi di genere sono elementi chiave per garantire un'istruzione equa per le donne italiane, tramutandosi in pari opportunità potenziali per la carriera lavorativa.

  • Salute: Per quanto riguarda l'ambito della salute, l'accesso ai servizi di pianificazione familiare è migliorato, consentendo alle donne di prendere decisioni informate sulla maternità e di accedere a metodi contraccettivi moderni, registrando un calo dei tassi di gravidanza adolescenziale in molte regioni. In questo periodo di tempo, inoltre, si è osservato un aumento significativo della partecipazione delle donne nelle professioni mediche: le donne stanno diventando sempre più impiegate come medici, infermieri, ostetriche e ricercatrici nel campo della salute. Questa tendenza ha contribuito a una maggiore diversità e ad un approccio più inclusivo nella forza lavoro sanitaria. Parlando in senso stretto di prevenzione e cura sanitaria, le donne continuano ad affrontare sfide specifiche per quanto riguarda la loro salute generale: ad esempio, le malattie cardiovascolari rimangono una delle principali cause di morte. La consapevolezza sui fattori di rischio cardiovascolare, come l'ipertensione e il diabete, è aumentata, ma è ancora necessario un maggiore impegno nella prevenzione e nella gestione di queste patologie. Inoltre, si è assistito a una maggiore apertura riguardo ai problemi di salute mentale tra le donne, inclusi disturbi come la depressione, l'ansia e i disturbi alimentari. La promozione della salute mentale e l'accesso ai servizi di salute mentale sono diventati una priorità, anche se persistono sfide nella disponibilità e nell'accessibilità dei trattamenti. Tuttavia, continuano ad esistere disparità di salute in base a fattori come l'etnia, il livello socioeconomico e l'accesso alle risorse sanitarie: ad esempio, le donne di colore possono affrontare maggiori barriere nell'accesso alle cure mediche di qualità e possono essere soggette a tassi più elevati di malattie come il diabete, le malattie cardiache e il cancro.

  • Famiglia: Nell'ambito della famiglia, negli ultimi anni, si è osservato un aumento della tendenza delle donne a posticipare il matrimonio o la convivenza; una delle motivazioni è che stanno dedicando più tempo all'istruzione superiore, alla carriera e all'indipendenza economica prima di impegnarsi in relazioni a lungo termine, cercando l'equilibrio tra prospettiva lavorativa e familiare, grazie a una maggiore consapevolezza dei propri diritti, alle opportunità di carriera (e al desiderio di realizzarsi personalmente prima di assumere impegni familiari), l'accesso alla contraccezione moderna e la crescente consapevolezza dei costi e delle responsabilità associate alla genitorialità. Tuttavia si può riscontrare un andamento ambivalente sotto questo punto di vista, influenzato anche dalle prospettive di crescita economica, in quanto se da un lato in molti paesi ricchi il tasso di fecondità delle donne è diminuito nell'ultimo decennio, avendo meno figli e a un'età più avanzata rispetto al passato, generando l'invecchiamento generale della popolazione (l'Italia in questa classifica è seconda solo al Giappone), dall'altro nei paesi in via di sviluppo, dove non tutti possono permettersi mezzi sanitari efficaci o un'adeguata istruzione, il tasso delle nascite è crescente ma purtroppo collegato ad un'aspettativa di vita minore. Nonostante i progressi verso una maggiore parità di genere, molte donne continuano a svolgere la maggior parte del lavoro domestico non retribuito, anche se attraverso un'evoluzione sociale e culturale c'è coinvolgimento sempre maggiore degli uomini nelle faccende domestiche e nelle responsabilità familiari. Alcuni paesi hanno introdotto politiche volte a promuovere una maggiore equità di genere nella ripartizione dei compiti domestici, fermo restando che le donne continuano a svolgere un ruolo predominante nella cura dei figli, ma ci sono segnali di cambiamento: sempre più padri stanno assumendo un ruolo attivo nell'educazione e nella cura dei figli, cercando di bilanciare il lavoro e la vita familiare in modo più equo, andamento favorito da politiche che promuovono la condivisione dei congedi parentali e la flessibilità lavorativa. Inoltre, le famiglie monoparentali guidate da donne sono diventate più comuni nell'ultimo decennio: ciò può essere attribuito a vari fattori, tra cui il numero crescente di separazioni e divorzi, l'accesso a metodi di concepimento assistito e l'accettazione sociale di famiglie non tradizionali. Le donne che scelgono di diventare genitori da sole stanno trovando un maggior sostegno e risorse per affrontare le sfide che comporta la genitorialità in solitudine.

  • Partecipazione politica: Negli ultimi anni, la partecipazione politica delle donne ha subito importanti cambiamenti e progressi significativi in diverse parti del mondo. Nel corso dell'ultimo decennio, abbiamo assistito a un aumento significativo della rappresentanza politica delle donne a livello globale, infatti molte nazioni hanno implementato politiche e quote di genere per garantire una maggiore partecipazione femminile nel parlamento e nel governo, portando a un incremento del numero di donne elette a ruoli decisionali. In Italia, le donne hanno votato per la prima volta per un referendum amministrativo il 10 Maggio 1946 (anche se viene ricordato il referendum costituzionale del 2 Giugno 1946 per via del suffragio di 13 milioni di votanti donne), ma in molti altri paesi il diritto di voto è stato riconosciuto loro molto più tardi, anche se a volte col mero scopo propagandistico (in Arabia Saudita le donne possono votare dal 2015, ma solo se accompagnate da un uomo al seggio, compromettendo l'autonomia nell'esercizio del voto). L'interesse e l'attivismo politico delle donne sono cresciuti, spingendo molte di loro a candidarsi per cariche pubbliche. L'aumento dell'istruzione e delle opportunità di lavoro hanno contribuito a fornire alle donne una maggiore fiducia e accesso alle sfere politiche ed è importante sottolineare che la partecipazione politica delle donne varia notevolmente da regione a regione, a causa di fattori culturali, sociali ed economici: alcuni paesi hanno fatto progressi significativi nell'assicurare una rappresentanza equilibrata, mentre altri affrontano ancora sfide persistenti; in ogni caso, si è verificato un aumento della partecipazione politica delle donne provenienti da diverse etnie e sfondi culturali e questo ha portato a una maggiore rappresentanza delle donne provenienti da minoranze etniche e culturali nelle istituzioni politiche, contribuendo a rappresentare meglio la diversità e l'inclusione nelle decisioni politiche. Tuttavia, la discriminazione di genere, le disuguaglianze strutturali, le barriere culturali e le difficoltà nell'accesso alle risorse rimangono ostacoli significativi alle pari opportunità in questo ambito, ma grazie agli sforzi di advocacy e alla consapevolezza crescente, ci sono state iniziative per superare queste sfide e promuovere una maggiore partecipazione politica femminile, basti pensare che in Italia il governo attuale è guidato da una donna ed è la prima volta in 77 anni nella storia della Repubblica.

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